La fiducia dei consumatori e delle imprese è apparsa in calo durante questo mese, stando ai dati provenienti da una rilevazione che ancora non sconta il risultato del referendum sulla Brexit ma che probabilmente è influenzata dalle tensioni e dalle incertezze sui mercati che l’hanno preceduto.
L’indice della prima stima, secondo l’Istat, è sulla falsa riga dell’andamento negativo avviato ad aprile e passa a 110,2 punti, da 112,5 di maggio. Le imprese vedono invece l’indicatore diminuire a 101,2, da 103. Per la fiducia dei consumatori si tratta del livello più basso da agosto 2015, mentre per quella delle imprese è il risultato peggiore da marzo di quest’anno.
Stando alla rilevazione effettuata dall’Istituto di statistica, a segnare un segno negativo sono tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori: il clima personale (a 103,0 da 105,4) e quello economico, che concerne il Paese nel suo complesso (a 131,8 da 135,7), così come il clima corrente (a 108,2 da 109,8) e quello futuro (a 112,9 da 117,6).
I giudizi e le attese sulla situazione economica del paese si confermano in peggioramento (a -48 da -47 e a -5 da 3, i rispettivi saldi). In recupero emerge il saldo relativo ai giudizi sull’andamento dei prezzi nei passati 12 mesi (a -26 da -27), mentre resta stabile sui valori dello scorso mese quello delle attese sull’andamento per i prossimi 12 mesi (a -20). Peggiorano le aspettative sulla disoccupazione (a 32 da 26, il saldo).
Riguardo invece al clima che si respira in azienda, l’indice di fiducia cresce nella manifattura (a 102,8 da 102,1) e nelle costruzioni (a 121,6 da 120,4), mentre scende nei servizi di mercato (a 105,0 da 107,3) e nel commercio al dettaglio (a 99,7 da 101,0).