Se proprio in questi ultimi mesi la produzione industriale della Grecia sembra aver dato i primi segnali positivi a partire dall’instaurazione della crisi nel Paese, sei anni fa, la stessa cosa non si può dire per l’Italia, che nel mese di luglio 2013 ha fatto registrare ancora risultati negativi in merito all’andamento della produzione industriale.
> Crescono il PIL e il tasso di occupazione della Grecia nel secondo trimestre 2013
L’Istituto nazionale di Statistica ha infatti rilevato che nel settimo mese dell’anno il livello della produzione industriale del Belpaese è tornato a toccare i numeri negativi. Il verdetto è stato un -1,1%, il dato più negativo di tutto il 2013, che del resto, da inizio hanno ha fatto registrale un calo del 4,3%. Stando a queste cifre, dunque, e al fatto che solo il settore tessile sembra aver mantenuto nel periodo un certo livello di crescita, la ripresa annunciata più volte e da più parti sembra essere ancora lontana.
> Il Governo stima il rapporto deficit – PIL al 3,1% all’interno del Def
Nel secondo trimestre del 2013, infatti, tutti i settori produttivi italiani hanno subito importanti cali, con i risultati peggiori che si sono potuti osservare ai danni del comparto dei beni energetici – che calano del 7,1% su base annua, dei beni strumentali – che si riducono del 6,6% – e dei beni di consumo, che subiscono diminuzioni più modeste per un 3,7%.
In sostanza, dunque, negli ultimi mesi censiti dall’Istat la produzione industriale italiana ha fatto registrare il calo più importante a partire dal 2009. Ma se si vogliono rintracciare le cause di questo fenomeno, sembra che a cedere terreno sia stato, questa volta, il settore dell’export, che fino ad oggi aveva conseguito interessanti risultati o per lo meno, resistito.