Le banche europee si aprono piano piano ad un nuovo corso. I principali istituti di credito del Vecchio Continente hanno infatti, negli ultimi sei mesi, ridotto la percentuale dei depositi cash in custodia presso le banche centrali, segno che, in maniera graduale, si sta probabilmente passando ad una ricerca dei rendimenti.
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I dati, estrapolati dal Wall Street Journal, parlano chiaro. Dal mese di settembre 2012 a quello di marzo 2013 dai caveaux delle banche centrali europee sono stati prelevati all’ incirca 300 miliardi, che, dai cuscinetti di liquidità dei tempi della crisi – la mossa finanziaria a minor rischio possibile, sarebbero stati ora dirottati verso i mercati azionari.
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In Europa, cioè, torna la voglia di rischio. E ancora parlano le cifre. Se a fine settembre scorso il totale depositato nelle banche centrali si aggirava attorno ai 1.420 miliardi, nel mese di marzo 2013 si è arrivati di nuovo a 1.150 miliardi.
Dopo mesi di “protezionismo” finanziario, quindi, che aveva prudentemente indotto i banchieri ad affidare il denaro ai governatori, in vista di possibili tracolli connessi con il problema del debito, le banche tornano oggi a premiare gli azionisti, alla costante ricerca di soluzioni alternative o integrative di quelle della BCE.