Il tasso di inflazione al consumo in Cina è aumentato a marzo, con i prezzi degli alimentari freschi in crescita. La deflazione però persiste nel settore industriale e questo è un altro segnale di una domanda debole e del rallentamento della crescita nella seconda più grande economia del mondo. L’indice dei prezzi al consumo (Ipc) è salito del 2,4 per cento a marzo rispetto all’anno precedente, con un aumento di più del 2 per cento nel mese di febbraio.
I prezzi dei prodotti alimentari freschi hanno dato un importante contributo, con i prezzi della frutta che sono cresciuti fino al 17,3 per cento e della verdura fino al 12,9 per cento. I prezzi alla produzione sono diminuiti in termini annuali per il mese consecutivo del 2,3 per cento, più del previsto.
► La Cina prepara strategie aggressive per rilanciare la crescita
I dati commerciali deboli di questa settimana si sono aggiunti alla corsa quasi senza sosta dei dati deludenti di quest’anno. Le autorità hanno escluso qualsiasi stimolo importante per rilanciare l’economia, anche se hanno annunciato alcune piccole misure mirate. L’ambiente attuale in qualche modo funge da cartina di tornasole per l’impegno del governo a consentire un più decisivo ruolo delle forze di mercato nell’economia.
In Cina si prevede che la crescita economica annuale rallenterà a un livello che è il più basso da cinque anni, al 7,3 per cento nel primo trimestre dal 7,7 per cento della fine dello scorso anno.
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato quindi 2,3 per cento nel primo trimestre rispetto all’anno precedente con l’obiettivo del governo che è di circa il 3,5 per cento. Mentre i prezzi al consumo sono costantemente aumentati, i prezzi alla produzione sono scesi al ritmo più veloce in otto mesi a marzo, guidati soprattutto dai costi di estrazione del metallo.