L’inflazione della zona euro è salita nel mese di aprile, riducendo le probabilità che la Banca centrale europea (Bce) agirà presto per scongiurare la deflazione, ma il ritmo di aumento dei prezzi è stato minore delle previsioni ed ancora all’interno di una zona di pericolo per la Bce di sotto dell’1 per cento.
L’inflazione al consumo annuale nei 18 Paesi che condividono l’euro è dello 0,7 per cento ad aprile dallo 0,5 per cento di marzo, che è stato il livello più basso dalla fine del 2009 come hanno mostrato le statistiche di Eurostat dell’Unione europea.
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La lettura è più bassa dello 0,8 per cento previsto nonostante la maggiore spesa del periodo pasquale e riflette il cattivo stato dell’economia dell’Eurozona dopo la lunga recessione e con la disoccupazione a livelli quasi record. L’euro è sceso brevemente contro sterlina, ma poi si è ripreso.
Di fronte a tassi di inflazione in esecuzione molto al di sotto dell’obiettivo, la Bce ha aperto la porta alla stampa di denaro con il cosiddetto quantitative easing (Qe) per rilanciare l’economia della zona euro, che sta crescendo a un ritmo più lento di gran parte del resto del mondo.
Alcuni economisti si aspettano che la Bce stabilità una qualche forma di Qe entro la fine dell’anno, ma altri dicono che ciò è molto lontano, perché l’Eurozona non ha ancora una grave deflazione come quella che prese piede in Giappone nel 1990.
La lettura di aprile mostra un’inflazione al livello di febbraio, ma sotto all’1,2 per cento di aprile dello scorso anno. La Bce mantiene la pressione ad agire per stimolare l’economia, eventualmente abbassando ancora i tassi, anche se non si prevede di farlo nella prossima riunione dell’8 maggio.
Probabilmente si attenderanno le previsioni del mese di giugno che daranno alla Bce una migliore idea sulla prospettiva.
L’inflazione al consumo, esclusi i costi energetici e alimentari, è un po’ più alta di quella del mese di marzo all’1 per cento. Ma mentre ad aprile c’è un complessivo miglioramento a causa di un minore calo dei prezzi dell’energia, il ritmo di aumento dei prezzi nei prodotti alimentari, alcol e tabacco è stato inferiore rispetto al mese precedente, mostrando che gli europei restano poco disposti a spendere mentre la crescita economica è fragile.