Indesit, un’altra industria che non è più italiana

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 Indesit diventa americana dal momento che la famiglia Merloni ha ha deciso di cedere a Whirpool la partecipazione di Fineldo del 60,4% del capitale (quindi il 66,8% dei diritti di voto) della fabbrica di elettrodomestici. Il prezzo di acquisto è pari a 11 dollari per ogni azione di Indesit, per un prezzo pieno previsto pari a 758 milioni di dollari.

Per il resto delle azioni, la società Usa provvederà a lanciare poi un’opa; la prospettiva è che le operazioni si ultimeranno entro la fine del 2014. In borsa il titolo è andato a +3,5% dopo l’annuncio della cessione, per poi attestarsi a +2,9%. «L’accordo – ha spiegato Gian Oddone Merli, ad di Fineldo – ha l’obiettivo di dotare Indesit di tutti gli strumenti per costruire un futuro solido e sostenibile». «Ci attendiamo che questa operazione ci permetta di creare una società di elettrodomestici più efficiente in Europa, che possa creare maggior valore attraverso un miglior utilizzo delle risorse e una complementarietà di posizione geografica, prodotti, marchi e sistema distributivo», ha detto Marc Bitzer, presidente dell’area Nord America ed Europa, Medio Oriente e Africa di Whirlpool.

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I sindacati hanno mostrato però le proprie preoccupazioni in merito al fatto che il piano industriale sottoscritto a dicembre scorso venga rispettato, così come gli impegni su occupazione e impianti produttivi: per questo domandano un incontro al ministero dello Sviluppo economico dicendosi pronti a vigilare. L’annuncio della cessione ha provocato anche incertezza poiché Indesit è un pezzo di storia del made in Italy che passa di mano ad un’azienda straniera.

 

 

 

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