L’industria italiana fa registrare una battuta d’arresto del fatturato durante il novembre 2015. La responsabilità va equamente divisa tra mercato interno ed estero.
Appare invece positivo, il contributo della domanda domestica all’incremento degli ordinativi: ciò vuol dire che la ripresa si affida a forze interne. Di contro il rallentamento dell’economie emergenti e dei mercati globali resta un punto critico.
Tuttavia a dicembre le esportazioni verso i paesi extra europei sono cresciute dello 0,9% in confronto a novembre, mentre l’import è calato del 2,9% portando l’avanzo commerciale a 5,9 miliardi. Si tratta del livello più alto da gennaio 1993. Complessivamente per l’intero 2015, il surplus è stato pari a 33,7 miliardi, a fronte di 27 miliardi nel 2014.
Tornando alla produzione industriale, l’Istat comunica che nel novembre 2015 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, è sceso dell’1,1% in confronto a ottobre, con identiche variazioni sul mercato interno e su quello estero. Se si guarda invece alla variazione annua, corretta per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di novembre 2014), il fatturato totale è salito dello 0,8% (+2,2% al netto dell’energia), con incrementi dello 0,5% sul mercato interno e dell’1,1% su quello estero.
Per gli ordini, come accennato, il segno è positivo dell’1,6% nei confronti di ottobre. E’ questo il sunto di un aumento del 4,4% degli ordinativi interni e un calo del 2,5% di quelli esteri, rileva l’Istat:
Nel confronto con il mese di novembre 2014, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 12,1%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di prodotti di elettronica (+157,1%, attribuibile a rilevanti commesse nella fabbricazione di strumenti di misurazione e navigazione), mentre una flessione si osserva nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-4,0%).