L’Istat non ha dubbi. La produzione industriale durante il mese di gennaio ha fatto registrare una crescita pari all’1,9% in confronto al mese precedente (dato destagionalizzato) e una crescita pari al 3,9% su base annua (dato corretto per gli effetti del calendario, 19 i giorni lavorativi contro i 20 del gennaio 2015). La crescita tendenziale senza correzione per il calendario è stata, invece, dello 0,7%.
Guardando alla media del trimestre novembre-gennaio, l’indice è salito dello 0,2% in confronto ai tre mesi precedenti. Gli analisti erano convinti di trovarsi dinanzi ad una crescita mensile pari allo 0,7%, dopo il -0,6% congiunturale accusato a dicembre (dato rivisto da -0,7%).
Vale la pena entrare nei dettagli, osservare al meglio le cifre e le loro proiezioni, per analizzare al meglio il rally della produzione industriale durante gli ultimi tre mesi.
Si può partire dicendo che su base congiunturale, l’indice destagionalizzato presenta variazioni positive in tutti i settori: +5,7% per i beni strumentali, +2,5% per i beni intermedi, +1,8% per l’energia, +0,5% per i beni di consumo. Su base annua, corretto per gli effetti del calendario, l’indice presenta una crescita del 9,5% per i beni strumentali, del 2,8% per l’energia, del 2,3% per i beni intermedi e dell’1,2% per i beni di consumo.
Analizzando i settori, al livello tendenziale la maggiore crescita è stata nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (+10,9%), nella produzione di prodotti farmaceutici e preparati farmaceutici (+10,3%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti nella lavorazione di minerali non metalliferi (+7,9%). I cali maggiori, invece, si sono avuti nell’attività estrattiva (-3,9%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-1,6%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-0,6%).