Un provvedimento dell’Inps aveva sospeso le visite fiscali d’ufficio, ossia le visite che l’istituto di previdenza di sua spontanea volontà o su sollecitazione del datore di lavoro fanno ai dipendenti che si assentano per malattia. Oggi, il coordinatore nazionale per il settore Inps della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), Alfredo Petrone, annuncia che queste visite riprenderanno, anche se ancora i termini e le modalità sono da concordare.
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L’appuntamento è per la prossima settimana, quando alla sede centrale dell’Inps si terrà un altro incontro per capire come procedere. Ma come mai l’Inps è tornata sui suoi passi?
In primo luogo c’è una specifica richiesta da parte del governo verso l’Istituto di Previdenza Nazionale: una spending review, mirata ad abbattere i costi dell’istituto, di circa 500 milioni di euro. Per fare questo taglio l’Inps necessita di una grande revisione, dalla quale le visite fiscali non possono essere esonerate.
Se sembrerebbe che evitare le visite fiscali possa essere un guadagno da parte dell’Inps, secondo il coordinatore le cose non stanno così: eliminare le visite fiscali comporterebbe, oltre al licenziamento dei 1.300 medici in tutta Italia chiamati ad occuparsi di questo incombenza, anche un costo, in termini di assenteismo aziendale molto maggiore dei 500 milioni di euro richiesti dal governo.
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Solo nelle scorso anno l’Inps ha sostenuto 1,3 milioni di visite di cui circa 976 mila d’ufficio e 325 mila sollecitate dai datori di lavoro.