Pur mantenendo un livello elevato di utili (superiore alle attese degli analisti), Intesa ha registrato nel primo periodo del 2016 risultati inferiori a quanto fatto nello stesso periodo dello scorso anno.
I profitti sono passati dagli 1,064 miliardi del gennaio-marzo dell’anno scorso agli 806 milioni del 2016.
La reazione di Piazza Affari ai conti è stata piuttosto fredda.
Intesa, nella sua nota, evidenzia che il confronto con il 2015 è motivato anche dal fatto che quello fu un periodo particolarmente positivo per i mercati finanziari. Sta di fatto che, anche escludendo gli esborsi per il Fondo di risoluzione che è intervenuto sulle quattro banche (Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti) salvate, l’utile netto risulta di 902 milioni di euro, rispetto a 263 milioni del quarto trimestre 2015 e a 1.118 milioni del primo trimestre 2015.
La banca si considera comunque già oltre la metà del percorso per arrivare all’obiettivo di 3 miliardi di euro indicato per l’intero esercizio 2016, “se si considera anche la plusvalenza netta di circa 895 milioni derivante dalla cessione di Setefi e Intesa Sanpaolo Card, il cui contratto di compravendita è stato firmato nei giorni scorsi”. Sul fronte dei ricavi, la banca ha registrato proventi operativi netti in calo del 12,8% a 4,1 miliardi (-11,3% a 4,2 miliardi escludendo il contributo al fondo di risoluzione).
Nel bilancio dell’istutito dell’asse Milano-Torino ci sono poco più di 33 miliardi di crediti deteriorati (la somma di prestiti in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti), un dato in linea con la fine del 2015. In lieve aumento, invece, le sofferenze che superano il tetto dei 15 miliardi. Il loro grado di copertura cala leggermente al 61,1%. L’aspetto positivo è dato dal calo delle rettifiche sui crediti, che raggiungono i livelli più bassi dal 2011 a 694 milioni. Dalla presentazione della Ca’ de Sass emerge anche l’ammontare esatto del contributo al Fondo Atlante: 845 milioni di euro. Su Veneto Banca, come Intesa “alla fine della prossima settimana inizieremo il premarketing” per l’aumento e la quotazione, ha spiegato l’ad Carlo Messina. “Se la transazione può essere di successo, Atlante non deve prendervi parte. Ma è anche chiaro che Intesa Sanpaolo avendo investito in Atlante non è disponibile a detenere alcuna azione di Veneto Banca. Se l’operazione sarà di successo sul mercato, saremo molto felici. Altrimenti Atlante avrà la possibilità di entrare anche in Veneto Banca”, come ha fatto con la Popolare di Vicenza.