Attualmente, in virtù di un dividendo pari al 4,5% in confronto al valore fissato dalla legge, in occasione della rivalutazione, le quote della Banca d’Italia offrono agli azionisti un dividend yield di tutto rispetto.
E i Btp? Quanto rendono?
Un Btp a dieci anni, nonostante le turbolenze attuali per la crisi greca, comunque si tiene sotto il 2%. Non solo, Ignazio Visco ha anche tracciato la politica di dividendi che la Banca d’Italia seguirà nei prossimi anni: subordinatamente alla capienza dell’utile netto e alle esigenze di patrimonializzazione, e sempre che sui mercati non ci siano rivolgimenti particolari, via Nazionale distribuirà ai soci un dividendo compreso tra il valore di quest’anno (340 milioni) e quello dell’anno scorso (380). A questo punto, la fase due – quella di far nascere un mercato delle azioni Bankitalia – dovrebbe essere questione di mesi. Entro fine anno, nelle aspettative della stessa via Nazionale. L’e-Mid sta lavorando alla piattaforma tecnologica, il resto dovrebbero farlo gli investitori istituzionali (fondi pensione, assicurazioni, piccole banche…) scambiandosi le quote di Bankitalia.
La “carta” non mancherà certo, una volta messo in moto il meccanismo, visto che i grandi azionisti attuali dovranno molto dimagrire, scendendo al massimo al 3%. E certo a quel punto il rendimento dipenderà dal prezzo su cui si assesteranno le azioni. Ma le premesse per una cedola interessante ci sono.
Tutto è pronto, intanto, per l’asta Btp del 28 maggio 2015. Essa avrà le seguenti caratteristiche:
Btp 1° maggio 2020
– decorrenza: 1° maggio 2015, terza tranche;
– scadenza: 1° maggio 2020;
– tasso di interesse annuo lordo: 0,7%;
– Codice ISIN: IT0005107708;
– ammontare nominale dell’emissione: da un minimo di 2 miliardi a un massimo di 2,5 miliardi di euro;
– Importo asta supplementare: 375 milioni di euro. Btp 1° giugno 2025
– decorrenza: 2 marzo 2015, settima tranche;
– scadenza: 1° giugno 2025;
– tasso di interesse annuo lordo: 1,5%;
– Codice ISIN: IT0005090318;
– ammontare nominale dell’emissione: da un minimo di 1,75 miliardi a un massimo di 2,5 miliardi;
– Importo asta supplementare: 375 milioni di euro.