Gli italiani preferiscono investire, da sempre, i propri risparmi nel mattone. Ma negli ultimi tempi vi è in atto una modifica di questa tendenza. Il quadro macroeconomico votato alla recessione, o alla bassa crescita per i prossimi anni, fa si che il trend degli investimenti nell’immobiliare tenda a calare.
Questo fenomeno concerne praticamente tutta l’Eurozona, ed è molto accentuato all’interno delle dinamiche del nostro Paese. ‘Colpa’, per così dire, dello Stato che ha elevato a dismisura le tasse sugli immobili usandoli come cuscinetti per fare cassa in un periodo di crisi.
Così, chi ha dei risparmi consistenti e decide di investire queste cifre non sempre si affida al comparto immobiliare acquistando una seconda casa o una casa per vacanze da affittare. Questi immobili nel tempo stanno perdendo valore a livello categorico, e in più hanno bisogno di cure e interventi di manutenzione ciclici. Inoltre, l’immobiliare implica problemi burocratici quando l’affittuario non riesce a pagare il canone di locazione. E spesso l’immobile va in disuso.
In alternativa al mercato del mattone, dunque, ci sono i Titoli di Stato. Ieri come oggi. Gli italiani preferiscono i Btp a lungo termine. I Btp a dieci anni offrono un rendimento lordo che supera di poco il 2% ma che più o meno è simile a quello di un appartamento dato in locazione. Tuttavia vi sono dietro meno rischi e in più l’investitore può rientrare in possesso in qualsiasi momento della cifra che ha prestato allo Stato.
Invece, per un appartamento dato in locazione non è così in quanto al giorno d’oggi mediamente ci vogliono 6-8 mesi per poterlo vendere.