La novità dal 2014 per quanto riguarda l’Irpef è che il credito evidenziato dal Modello 730 non sarà più accreditato in busta paga dal datore di lavoro nel caso in cui dovesse superare la cifra dei 4.000 euro, in previsione di detrazioni per familiare a carico o eccedenze di imposte derivanti che abbiano contribuito ad incrementarlo. Questo si registra a prescindere dall’incidenza delle une o delle altre sulla formazione del credito complessivo.
Vi è comunque un’alternativa: quella di presentare due modelli al fine di minimizzare il danno delle nuove regole. Una possibilità che non appare preclusa, quella di ‘sdoppiare’ il 730 presentandoli come segue:
– entro e non oltre il 31 maggio, il 730 ordinario senza l’indicazione di uno o più elementi che creino ulteriore imposta a credito (ad esempio si parla di fatture per ristrutturazioni, spese mediche, interessi passivi, carichi familiari, eccedenze) in maniera tale da limitare la richiesta di rimborso a un importo non superiore a quattromila euro alla quale deve provvedere lo stesso datore di lavoro nei termini standard;
– tra primo giugno e 25 ottobre un 730 integrativo nel quale dovrà essere inoltrato quanto originariamente era stato omesso a suo svantaggio, in maniera tale da mettere in evidenza il restante credito che, anche se di importo inferiore alla soglia, attiverà in maniera automatica l’Agenzia la quale glielo rimborserà soltanto all’esito del controllo preventivo.
In quest’ipotesi appena profilata, tuttavia, il contribuente riuscirebbe quantomeno a ‘capitalizzare’ parte del credito nel limite massimo di 4.000 euro, con la retribuzione inerente al mese di luglio o con la pensione di agosto. Occorre dunque tenere in considerazione codesto aspetto.