Italia, crescita assente da tre anni

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Stagnazione. Questa è la parola giusta per analizzare gli ultimi tre anni italiani dal punto di vista della crescita economica. A rivelarlo è l’Istat, al termine di un’altra giornata infernale per i mercati (europei). Nel nostro Paese si discute la Legge di Stabilità. Il Governo assicura che ci saranno diciotto miliardi di tasse in meno sul groppone dei contribuenti.

Intanto, però, pare difficile intravedere una concreta ripartenza. Il report dell’Isitituto di statistica costringe a rivedere il Prodotto Interno Lordo in virtù di nuovi calcoli. Il calo dello 0,2% è stato confermato ed è relativo al secondo trimestre.

Il livello del Pil nel secondo trimestre del 2014 è dunque sceso attestandosi a 385,776 miliardi di euro, e ponendosi come il valore più basso dal primo trimestre del 2000, ovvero da quattordici anni a questa parte. Per essere precisi, il Pil non cresce più da tre anni e anzi è in calo dal terzo trimestre del 2011. Da ciò si escluda la variazione nulla fatta registrare nel terzo trimestre 2013 e nel primo trimestre di quest’anno. A parte questi casi la crescita infatti è sempre stata negativa. Successivamente alla diffusione dei dati, lo spread Btp/Bund è salito superando quota 155 punti dopo aver terminato la seduta di ieri a 146.

L’Istat ha fornito anche altri dati, commentandoli:

Le famiglie italiane sono sempre più povere se si calcola che calano il loro reddito, il potere d’acquisto e la propensione al risparmio mentre sale invece la spesa. Nel dettaglio, secondo l’Istat, nel secondo trimestre il loro reddito è diminuito dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Tenuto conto dell’andamento dei prezzi, il potere di acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2014 è diminuito dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al secondo trimestre del 2013.

 

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