Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente pubblicato, sulle pagine del Financial Times, un dettagliato rapporto sulle condizioni economiche dei Paesi cosiddetti emergenti, la cui situazione generale, però, li rivela oggi come realtà in potente e inarrestabile ascesa.
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Il rapporto prevede, infatti, che queste economie produrranno, già nel corso del 2013 la maggior parte dei beni e dei servizi del mondo, per arrivare tranquillamente a generare, nel 2017, il 74% del PIL mondiale.
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Entro cinque anni, infatti, il Prodotto Interno Lordo di questi Paesi sarà il doppio di quello delle nazioni industrializzata di oggi, che si dovranno accontentare di un ridotto 26%. Del resto, i dati del rapporto parlano chiaro, e hanno mostrato in maniera lampante come mentre nel quinquennio 1982 – 1987 le economie emergenti producevano il 32% del PIL mondiale e i Paesi industriali si attestavano al 69%, oggi il rapporto tra le due parti si è completamente invertito.
In altre parole, dunque, per gli economisti e gli operatori finanziari dell’ economia globale è divenuto sempre più importante tenere d’ occhio il livello di crescita di Cina e India, che oggi crescono con un tasso decisamente più importante di quello degli Stati Uniti.
Oggi, insomma, il centro produttivo del mondo si sta spostando sempre più verso l’ Asia.