Jp Morgan rappresenta la banca più grande del mondo, tuttavia è seguita a breve distanza dalla cinese Icbc.
Ciò si evince dallo studio di R&S Mediobanca su 70 banche internazionali, tra cui, per la prima volta, 10 cinesi e 15 giapponesi. Se l’istituto americano si conferma al numero uno per attivo con 3.152 miliardi di euro, la cinese Industrial & Commercial Bank of China segue a ruota con 2.735 miliardi: completa il podio Bank of American (2.501 miliardi).
Nel Vecchio continente la maglia rosa è sulla spalla della britannica Hsbc (2.375miliardi) seguita a breve distanza dalla francese Bnp (2.356 miliardi). Più distanti le italiane che spuntano al 25esimo posto con Unicredit (867 miliardi) e al 30esimo posto con Intesa Sanpaolo (689 miliardi). La prima big giapponese è Mitsubishi, undicesima con 1.970 miliardi.
Dal 2011 al 2014 la crisi delle banche europee è costata 221 miliardi di euro alle casse pubbliche, tra salvataggi e minori imposte. Una perdita che supera di 1,2 volte il Pil della Grecia. Il prodotto interno lordo di Atene è praticamente equivalente al valore “bruciato” dalle banche europee in tre anni, ovvero 178,5 miliardi di euro, di cui 116,6 miliardi da svalutazioni e 62 miliardi da contenziosi.
Fare credito rappresenta ancora un mestiere faticoso, ma rende di più della speculazione. In Europa, infatti, le banche commerciali hanno un Roe al 5,1% rispetto al 3% delle banche concentrate sulle attività finanziarie. Questo comporta strutture patrimoniali più solide (minore leva) e piace alla Borsa, anche se i dipendenti guadagnano di meno. Nel frattempo, nel primo trimestre 2015 le banche italiane hanno incrementato i crediti ai clienti dell’1,9%: l’ultima variazione positiva (+1%) risale a settembre 2011. Anche la redditività segna il migliore risultato da settembre 2011 (Roe al 6,6%), mentre corrono le commissioni sostenute dal risparmio gestito, aspettando la ripresa del credito.