La Cina sta destando troppe preoccupazioni dovute alla creazione di credito fuori controllo nel sistema bancario collaterale. Non a caso l’indice della Borsa di Shanghai è sceso sui livelli dell’S&P 500 che non tocca dal 2006.
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La piazza finanziaria di Shanghai è scesa ai minimi da luglio. I principali settori che hanno provocato forte delusione sono quello settore manifatturiero e quello dei servizi, anche se l’enorme problema rimane il processo di creazione di credito fuori controllo nel sistema bancario collaterale. L’economia degli Stati Uniti è in ripresa, mentre in Cina ci sopno segni contrazione per quanto riguarda la produzione industriale, anche se su base annua non è così. In effetti, la produzione industriale è aumentata del 9,7% nel mese di dicembre rispetto all’anno precedente, a fronte di un ritmo del 10 per cento nel mese di novembre. La contrazione quindi è nel confronto al mese precedente e non annua.
Industrial and Commercial Bank of China, l’istituto di credito cinese più grande per numero di asset, ha convalidato che non tutelerà né bilancerà i possessori dei prodotti circolanti nel cosiddetto sistema bancario “ombra”.
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I prestiti giacenti “Credit Equals Gold #1 Collective Trust” con scadenza al 31 gennaio con 492 milioni di dollari, come riportato da un dispaccio dell’agenzia Reuters , non saranno infatti garantiti. Intanto il forte timore per l’esplosione di una crisi derivante proprio dall’effetto contagio che potrebbe nascere dal primo default nel sistema bancario collaterale tanto di moda in Cina ha fatto sprofondare gli indici azionari. La liquidità in eccesso rifornita dalla banca centrale cinese ha avuto risultati distorsivi, ingrandendo in maniera altamente smodata le grandezze del sistema bancario “ombra”. Intanto questo sviluppo sta portando di fatto alla formazione di una bolla creditizia.