Diventano sempre più tangibili in Italia gli effetti del credit crunch, cioè della contrazione del credito, ai danni delle famiglie italiane. Queste ultime, infatti, a causa dei livelli di occupazione, che ancora stentano a salire a causa della crisi e a causa della ridotta disponibilità finanziaria, sono sempre più spesso costrette a fare i conti con le dita. E quando ciò non è possibile, si instaura il rischio di usura.
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Lo rileva, infatti, una indagine svolta dalla Cgia di Mestre, che ha sottolineato come la riduzione della concessione di prestiti e finanziamenti alle famiglie da parte degli istituti di credito abbia inciso in particolare su alcune regioni italiane, collocate soprattutto nel Sud Italia.
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Secondo lo studio della Cgia, dunque, tra il maggio 2012 e maggio 2013, le regioni italiane più colpite dal fenomeno della contrazione del credito sono state la Calabria, con una riduzione del 4,3%, la Basilicata, che ha visto una riduzione del 4,2%, la Sicilia e il Molise, con flessioni del 2,7% e la Campania, con riduzioni apri al 2,6%.
La morsa del credito sta quindi colpendo in modo particolare le aree già svantaggiate del Meridione, con il rischio di incentivare forme illegali di credito ad usura.