L’Istat, l’Istituto di Statistica, ha rilasciato in questi giorni le previsioni che caratterizzeranno l’economia italiana nel prossimo biennio, leggendo per la fine del 2013 una contrazione del Prodotto Interno Lordo che arriverà a segnare l’1,8%, mentre per il 2014 una crescita dello stesso, giudicata non abbastanza ottimistica dal Governo in verità, pari allo 0,7 per cento.
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Per quanto riguarda i dati rilasciati invece dal Governo e annunciati dallo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni nei giorni scorsi, in occasione della Giornata del Risparmio, la contrazione prevista per il 2013 sarebbe in maniera simile dell’1,8%, mentre per quanto riguarda il nuovo anno, il Governo più ottimisticamente prevede un incremento del PIL pari all’1,1%.
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Ancora diversi, del resto, risultano anche i dati inseriti all’interno del Def, il documento di Economia e Finanza, all’interno del quale è stato previsto per il 2013 una contrazione dell’1,7% e per il 2014 una crescita pari all’1%.
Il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, da Londra ha allora giustificato queste discrepanze riscontrate tra dati del Governo e dati Istat attribuendo la responsabilità al programma di riforme strutturali in atto nel Paese e al grande piano di rimborso dei debiti della Pubblica Amministrazione che viene portato avanti già da alcuni mesi.
Eppure l’Istat, per la composizione della statistica, precisa di aver utilizzato, non solo le variabili demografiche e ed i fattori esogeni, ma anche le variabili dovute alla finanza pubblica ed in particolare le ipotesi contenute all’interno del disegno di Legge di Stabilità rilasciato nell’ottobre del 2013.