Un’interessante analisi sulla situazione economica e finanziaria italiana è stata proposta da Edoardo Narduzzi su Italia Oggi. L’editorialista sostiene che la crescita e la ripartenza del nostro paese, passano dalla diminuzione dello spread.
Fino a quanto il differenziale resta a quota 250 punti, è molto complicato per una nazione come la nostra, riuscire a sviluppare un business di successo. L’Italia, infatti, per sua natura, è attiva prevalentemente nel settore manifatturiero, ha un’incredibile vocazione all’export e soffre del tasso di cambio sopravvalutato rispetto alla produttività del paese e all’inflazione calcolata su base annua.
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Con queste premesse l’aggiustamento economico tricolore diventa oltremodo complesso e si rischia molto anche sul fronte della competitività, oltre che del lavoro. A questo punto è sempre più evidente che soltanto lavorando sul differenziale e portandolo intorno a quota 100 punti, l’industria italiana potrà vivere una stagione di crescita.
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Enrico Letta, una volta incassata la fiducia delle Camere è andato in Europa per chiedere di allentare la pressione sul paese, ma il ministro dell’Economia, a distanza di qualche giorno, ha ribadito che l’Italia rispetterà il vincolo del deficit al 3 per cento in modo da uscire dalla procedura di deficit. Peccato che Letta e molti altri, ritengano che ogni vincolo sia responsabile della recessione del paese.