Nel giro di poche ore, la crisi di governo apertasi all’interno dell’esecutivo ha impresso un nuovo corso anche a provvedimenti che ormai sembravano più che assodati. Come quello della spinosa questione dell’IVA, il cui aumento, previsto per il primo di ottobre, avrebbe dovuto essere bloccato tramite un apposito di Decreto Legge presentato venerdì scorso in sede di Consiglio dei Ministri.
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Ma a causa delle tensioni che hanno preceduto la vera e propria crisi politico-istituzionale, il Decreto Legge sull’IVA non ha trovato la sua approvazione, e quindi, a partire dal primo giorno di ottobre l’aliquota della maggiore tra le imposte indirette passerà, come previsto fin dallo scorso primo luglio, dal 21% al 22%.
In questa particolare situazione politica, infatti, l’esecutivo non sarà in grado di prendere alcuna decisione in merito almeno fino alla prossima settimana. Nel frattempo, però, tutti i provvedimenti previsti continueranno ad essere operativi.
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Questo nuovo corso preso dalle misure relative al blocco dell’IVA è stato, del resto, confermato subito anche dal Ministro Delrio, che venerdì scorso, al termine della tesissima seduta del Consiglio dei Ministri, ha annunciato che non sarebbe stato più possibile evitare l’aumento.
Con buona pace delle categorie sociali più interessate dall’aumento dell’aliquota, dunque, come consumatori e commercianti, gli italiani andranno incontro all’aumento. Troverà attuazione, quindi, tra le altre cose, l’imposizione di un nuovo onere fiscale sui consumi, in linea del tutto opposta rispetto anche alle indicazioni dell’Unione Europea, che da tempo indica come misura prioritaria lo spostamento della tassazione dai consumi ai patrimoni dei cittadini.