La crisi economica ha avuto un tale impatto sull’occupazione del Paese che non si è più assistito ad un incremento dei posti di lavoro nello Stivale. Lo spiega bene la BCE nel suo bollettino mensile riferendosi al periodo che va dal secondo trimestre 2013 al primo trimestre 2015.
In Italia “la crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.
Dice ancora Draghi:
“I livelli occupazionali di Francia e Italia sono aumentati, nell’ordine, di appena 190.000 e 127.000 unità, pari all’incirca al 15% del rialzo per l’insieme dell’area dell’euro”.
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Il Board Bce “seguirà con attenzione l’evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi”, con “la volontà e la capacità di agire, se necessario, ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del proprio mandato per mantenere il grado appropriato di accomodamento monetario”.
I rischi per la ripresa dell’Eurozona, che comunque “dovrebbe proseguire” anche grazie alle politiche della Bce ed al risanamento dei conti pubblici, “rimangono orientati al ribasso e sono connessi in particolare alle maggiori incertezze riguardo all’evoluzione dell’economia mondiale, nonché a rischi geopolitici di ampia portata”. Rischi “potenzialmente in grado di influire sulla crescita mondiale e sulla domanda esterna di export, nonché sulla fiducia”.