La legge sul caporalato dovrebbe far venire allo scoperto tante situazioni per esempio dovrebbe smascherare tanti lavoratori in nero ma secondo la Coldiretti l’effetto di questa normativa dovrebbe essere esteso e più ampio e contribuire a ridurre lo sfruttamento minorile all’estero.
L’import-export dei prodotti italiani è imprescindibile, ma bisogna anche capire che alcune volte i prodotti importati, nel loro paese d’origine, sono lavorati dai minori sfruttati. Bisogna aprire gli occhi su questa situazione e sfruttare alcuni principi della legge del caporalato per “risolvere la situazione”. Il problema è affrontato in un comunicato della Coldiretti che ritiene che la legge sul caporalato l’Italia si ponga all’avanguardia nella tutela del lavoro nei campi che va estesa anche ai prodotti importati che sono ottenuti anche dallo sfruttamento del lavoro minorile che riguarda 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO).
Se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, dalle rose alle banane, dallo zucchero di canna all’olio di palma, dal cacao al caffè fino ai gelsomini sono molti i prodotti importati sui quali – sottolinea la Coldiretti – pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile. Un fenomeno diffuso nel tempo della globalizzazione dei mercati che – continua la Coldiretti – si fa paradossalmente finta di non vedere solo perché avviene in Paesi lontani e che viene spesso addirittura incentivato da accordi europei agevolati per l’importazione di prodotti alimentari, dal riso del Myanmar all’olio dalla Tunisia fino alle trattative in corso, anche per i prodotti frutticoli, con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela dei lavoro vigenti in Italia.
“Alla globalizzazione dei mercati deve far seguito quella delle regole a sostegno di un commercio equo e solidale che valorizzi i prodotti di quei territori che si impegnano a tutelare il lavoro, ma anche a rispettare l’ambiente e la salute” ha concluso il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel sottolineare che ci vuole “una responsabilizzazione della filiera ed un impegno concreto delle Istituzioni”.