Una delle priorità italiane da molti mesi a questa parte sarebbe quella di ridurre una volta per tutte la pressione del cuneo fiscale, l’ enorme peso del Fisco che in Italia grava inesorabilmente sulle spalle di famiglie, liberi professionisti ed imprese.
Anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta lo ha ultimamente ribadito in occasione degli incontri che si sono recentemente tenuti a San Pietroburgo, per il G20. Ma proprio in questi giorni anche la Confederazione degli Artigiani di Mestre, la Cgia, ha analizzato quanto è arrivato a pesare il quadro italiano delle tasse e delle imposte.
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Secondo la Cgia, infatti, nel corso del 2013 la pressione fiscale italiana raggiungerà una percentuale del 44,2% del Prodotto Interno Lordo italiano, una vera e propria cifra record per l’ Italia, dal momento che nel 1980 la lancetta delle percentuali del rapporto tasse – PIL si trovava ben 12,8 punti più sotto.
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A conti fatti, quindi, entro la fine di quest’ anno ogni singolo cittadino italiano si troverà a versare allo Stato 11.629 euro, totale risultante dalla somma di tasse, imposte e contributi. Una cifra che rappresenta il 120% in più di quanto veniva pagato nel 1980.
L’ unica nota positiva, nota la Cgia, è che la pressione fiscale del 2013 risulta quindi essere almeno di uno 0,02% più bassa rispetto a quanto previsto all’ interno del DEF, il Documento di Economia e Finananza stilato l’ anno scorso, ma nelle casse dello Stato finiranno ugualmente 694 miliardi di euro.