Sono soprattutto le categorie di commercianti, liberi professionisti, piccoli imprenditori e artigiani a subire la recessione. La percepiscono in maniera totalmente maggiore in confronto alle altre categorie.
A rilevarlo è uno studio della Cgia, Associazione Artigiani e Piccole Imprese, di Mestre. Dal 2008 ad oggi, la crisi si abbatte sull’economia globale. I suoi effetti sul comparto del lavoro autonomo sono notevoli.
La crisi che ha investito l’economia mondiale nel 2008 ha avuto effetti estremamente negativi sul settore del lavoro autonomo, e in modo particolare ha gravato sui destini di artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e soci delle cooperative.
Dati alla mano, negli ultimi sei anni, ben 348 mila autonomi hanno messo i sigilli alla propria attività, chiudendo battenti e facendo registrare dunque un calo del 6,3%, a fronte dei lavoratori autonomi che hanno invece diminuito il loro numero del 3,8%.
Ma è dal punto di vista reddituale che si evince in maniera significativa la gravità della situazione in cui sono le categorie autonome: il 24,9%, sempre stando alla Cgia, è sotto la soglia di povertà Istat, avendo vissuto durante lo scorso con meno di 9.456 euro; per i pensionati ed i lavoratori dipendenti, invece, le percentuali si sono attestate, rispettivamente, al 20,9% e al 14,4%.
L’allarme lanciato in questo momento dalla Cgia si pone l’obiettivo di sottolineare un problema già noto al governo ma, a quanto pare, non ancora affrontato seriamente. Anzi la legge di stabilità potrebbe addirittura inasprire una situazione di per sè disperata, soprattutto perché categorie di lavoratori autonomi, come quelle degli artigiani o dei commercianti, rappresentano il nucleo fondante della piccola imprenditoria italiana e, spesso, eccellenze nei settori di maggiore competenza.