Fra le tante tasse, partendo dalla Tares, dalla Service Tax, dalla Trise fino alla nuova Tuc: dovrebbe, finalmente, essere reso noto dal governo quale sarà realmente la tassa che si pagherà sulla casa e cosa includerà. L’ultima proposta fatta riguarda il Tuc, un nuovo tributo che dovrebbe andare a sostituire la tassa sulla casa (Imu) e la tassa sui servizi (Trise).
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Il Tuc prevede, differentemente dalla Tasi, un’aliquota massima del 10,6 per mille sugli immobili e i servizi comunali indivisibili. Il cambiamento sta nel fatto che l’imposta valutata dal Pdl andrebbe a prendere il posto dell’Irpef per ciò che concerne il settore immobiliare, e le pertinenti addizionali dovute sui redditi fondiari relativi ai beni non locati, abbinandola all’imposta comunale sugli immobili.
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I pagamenti per la Tuc saranno suddivisi in 3 rate, la prima con scadenza al 16 aprile, la seconda con scadenza all’ incirca alla metà d’agosto, la terza con scadenza al 16 dicembre. L’aliquota massima rimane fissata al 10,6 per mille da applicare sugli immobili e sui servizi indivisibili sulla base di due componenti, quella patrimoniale, con aliquota massima che non può superare l’8,1 per mille, e quella sui servizi indivisibili, con aliquota massima dell’1,5 per mille per l’inquilino, e dell’1 per mille in più per il proprietario.
Ai Comuni andrebbe il compito di stabilire una tariffa per la copertura totale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti. La Tuc non va pagata sulla prima casa, né sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali.