Di questa mattina le notizie sugli effetti disastrosi che la crisi ha avuto sul settore manifatturiero italiano e di quanto il credit crunch abbia peggiorato una situazione già al limite del collasso per le imprese.
L’Italia è ancora lontana dall’uscita dalla crisi, nonostante i proclami sempre più ravvicinati su un possibile miglioramento della situazione economico-occupazionale del paese, perché ancora mancano quegli incentivi e quelle facilitazioni che permetterebbero alle imprese di ricominciare a produrre, vendere e creare nuovo lavoro.
Ma non tutto è perduto. Lo dice Confindustria che questa mattina ha presentato il Progetto per l’Italia: cinque proposte, cinque misure urgenti da mettere in atto per non far perdere all’Italia l’ultima occasione per tornare ad essere un paese sano.
La prima cosa da fare è “avviare una capillare opera di semplificazione normativa e di ‘sburocratizzazione’ del Paese” che deve essere affiancata da un quadro normativo semplice e chiaro.
Altro importante passo da fare è tagliare i costi delle imprese di almeno l’11%, a partire dalla detassazione dei salari di produttività.
Le imprese italiane, poi, hanno necessità di liquidi per poter continuare a produrre, per questo è necessario che le pubbliche amministrazioni paghino i loro debiti pregressi e si impegnino a rispettare i termini di pagamento per quelli futuri.
Quarto punto è quello del lavoro, o della creazione di questo: per Confindustria è necessario agevolare l’uscita dei lavoratori anziani e la contemporanea entrata nel mondo del lavoro dei giovani, con incentivi in entrambi in casi.
L’ultimo punto di Progetto per l’Italia è la necessità di provvedere alla detassazione degli investimenti e “ favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non”.