Bp e Shell sono finite nel mirino dell’Unione europea. All’orizzonte si profila un’inchiesta sulla truffa del petrolio e, ahinoi, una nuova stangata sul costo della benzina.
A parlare è il ministro dell’Energia inglese Edward Davey, dal momento che la Gran Bretagna è implicata nello scandalo: “Se dovesse risultare che gli automobilisti e i consumatori sono stati toccati nel loro portafoglio a causa di manipolazioni di mercato, i responsabili la pagheranno”.
Queste le parole di Davey al Parlamento britannico. La Commissione europea ha aperto un’indagine su Shell, Bp e sulla compagnia petrolifera norvegese Statoil.
Il sospetto è che qualche compagnia abbia “truccato” la quotazione del Brent, che in altri termini è il greggio del Mare del Nord. Esso funge da punto di riferimento per il prezzo del petrolio internazionale e per il prezzo di prodotti quali la benzina e il gasolio.
Ad essere truffati non sarebbero solo i consumatori del Regno Unito. Lo scandalo, è il caso di dirlo, si allargherebbe a macchia d’olio e coinvolgerebbe anche cittadini di altri Paesi europei, italiani compresi.
Sarebbero in molti i consumatori che avrebbero pagato il prezzo del carburante in maniera maggiore rispetto a quanto indicava il listino.
Un’operazione che agevola le compagnie petrolifere e le agenzie di trading e che ora si trova nel mirino degli inquirenti.