Le condizioni dell’occupazione femminile in Italia non sono purtroppo rosee secondo l’ultimo rapporto stilato da Confartigianato sulla questione. Anzi, in un periodo di crisi economica è possibile dire che la condizione delle donne lavoratrici abbia subito anche un graduale peggioramento.
> Anziani italiani sempre più numerosi e più occupati
In Italia negli ultimi tempi è diventato sempre più difficile per le donne conciliare famiglia e carriera. Questo fenomeno, secondo Confartigianato, dipende dal fatto che in Italia lo Stato non investe abbastanza in risorse per il Welfare, che aiutino le donne a conciliare le esigenze del lavoro con quelle della famiglia e dei figli.
> Aumenta l’occupazione femminile anche se gli stipendi sono ancora bassi
E questo dato di fatto può essere facilmente desunto dal fatto che l’ammontare degli investimenti italiani del Welfare volti al miglioramento della qualità della vita delle donne – solo 20,3 miliardi, equivalenti all’1,3% del Pil – in Italia sono del 40% più bassi rispetto a quelli della media degli altri Paesi europei.
Per questo motivo il 46% delle donne italiane è costretto ad operare la scelta dell’inattività, anche se nelle regioni italiane il fenomeno raggiunge punte anche molto diverse. Il primato negativo è detenuto però dalla Campania, con il 64,4%.
In Italia, tuttavia, il numero delle lavoratrici autonome delle imprenditrici è decisamente superiore a quello della media europea – che viaggia intorno al 10%, con un totale di 1.524.600 unità, pari al 16,3% delle donne occupate.
Ed ecco quindi i dati della spesa pubblica a favore del Welfare:
- 3,1 miliardi di sostegni per le nascite
- 2,8 miliardi di sostegni per la crescita dei bambini
- 6,6 miliardi di sostegni per i figli fino a 18 anni.