Per il settore italiano dell’ edilizia il varo definitivo del Decreto del Fare, “licenziato” in via definitiva solo alcuni giorni fa dalla Camera, è stata, a detta degli esperti, solo una vittoria parziale. Non hanno infatti trovato attuazione, nel testo definitivo, le norme più attese riguardanti l’ estensione della Scia, come pratica semplificativa, anche ad altre tipologie di lavori.
> Il ritardo nelle infrastrutture è costato 24 miliardi di PIL
All’ interno del comparto edile, tuttavia, il settore delle infrastrutture e quello dei lavori pubblici sono stati meglio rappresentati e tutelati attraverso i provvedimenti inseriti nel Decreto del Fare.
> Tre miliardi per l’ edilizia nel decreto del fare
Nella versione definitiva del Decreto, infatti, il Parlamento ha approvato la cancellazione del Durt, il documento unitario di regolarità tributaria, che era stato da subito avvertito come una innovazione normativa alquanto ostica.
Per quanto riguarda, invece, gli appalti inerenti i lavori pubblici è stato reso obbligatorio l’ anticipo del 10% delle somme preventivate.
Ancora migliori, infine, le novità introdotte sul fronte delle infrastrutture. Viene infatti confermata l’ erogazione di 3,2 miliardi di euro per lo sblocco dei cantieri attualmente fermi. L’ edilizia scolastica, ad esempio, nella versione finale del Decreto ha ricevuto 150 milioni in più e la promessa del Governo della stesura di un piano unificato di interventi.
Di contro, è stato cancellato il finanziamento con fondi europei del “piano dei 6 mila campanili”.