Sono dati positivi quelli provenienti dalle economie dell’Eurozona che più hanno sofferto la Grande Crisi negli ultimi anni. Il 2013 si è chiuso con un lieve miglioramento, in grado di superare anche le aspettative e le previsioni. A crescere sono dunque i Paesi sotto la lente di ingrandimento, dai quali ci si aspettava e ci si aspetta un colpo di reni. La Spagna è cresciuta dello 0,3%, mentre l’Italia ha raggiunto finalmente la posizione ‘+’, tornando a crescere a seguito di un piccolo processo di espansione.
Parliamo, per il momento, di un minuscolo 0,1%, che però basta per interrompere la serie negativa cominciata a metà 2011. Il 2013 è chiuso comunque con una pesante flessione (1,9%).
Il Portogallo, dal canto suo, ha portato a nove mesi la sua personale striscia positiva mettendo in fila l’espansione del terzo trimestre. Da ottobre a dicembre il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,5%, consentendo al Paese di chiudere l’anno con una flessione leggerissima pari all’1,4%. Si prevedeva, in principio, un -1,8% che è stato dunque in parte scongiurato.
Lisbona guarda al futuro con fiducia, nell’attesa che scada il piano di salvataggio da 78 miliardi di euro a maggio. Il 2014 potrebbe essere foriero di una crescita dell’1%. C’è tuttavia da fare i conti col Governo, che deve ancora tagliare la spesa di 3,2 miliardi al fine di centrare gli obiettivi imposti dall’Unione europea.
I dati, dunque, parlano chiaro: il fronte meridionale del ‘Vecchio Continente’ sta stringendo i denti per uscire fuori dal tunnel. Se ci riuscirà non è dato saperlo. I dati dei prossimi mesi saranno fondamentali a tal proposito.