Gli analisti americani avevano previsto che l’economia americana sarebbe cresciuta del 2,7% nel terzo trimestre del 2012, con un possibilità di revisione al 2,8%, ma, dati alla mano, si sono dovuti ricredere e rivedere al rialzo le stime fatte.
Il PIL degli Stati Uniti, infatti, ha fatto registrare un aumento del 3,1%, l’incremento più forte dal quarto trimestre 2011.
Il merito di questa crescita del Pil tra luglio e settembre è stato dell’export, che è cresciuto dell’1,9%, quasi un punto percentuale in più di quanto si aspettassero gli analisti.
Di contro, però, va segnalato anche un forte calo dell’import, che, diminuisce per la prima volta dopo il 2009. Chiaro indicatore del fatto che è il mercato interno ad essersi indebolito. Revisioni al rialzo anche per la spesa pubblica, che è stata rivista dal +3,5% a +3,9%, comunque stimata in calo per i prossimi trimestri, soprattutto a causa del Fiscal Cliff.
Infatti, nel caso in cui non si dovesse raggiungere un accordo, e le ultime notizie vanno in questa direzione, all’inizio del 2013 sull’economia americana potrebbe abbattere un costo di circa 600 miliardi di dollari tra tagli alla spesa pubblica e l’aumento delle tasse.