Dopo la Francia, anche l’Italia avrà la sua legge contro gli sprechi alimentari. Approda infatti questa mattina alla Camera la proposta di legge anti sprechi alimentari sostenuta dalle associazioni e presentata dalla deputata del Pd Maria Chiara Gadda.
Il voto – supportato da un sostegno bipartisan già manifestato in Commissione Affari Sociali – è previsto tra domani e dopodomani, successivamente il testo passerà al Senato. Obiettivo della nuova norma è favorire l’uso consapevole delle risorse e il recupero di prodotti ancora utilizzabili da parte delle associazioni di volontariato, sburocratizzando le procedure per la raccolta e la donazione non solo di cibo ma anche di farmaci.
A differenza della legge francese, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica e permette di superare le difficoltà che molti donatori incontrano. “Oggi -spiega Gadda- un qualsiasi soggetto economico (impresa, ristorante, supermercato ecc.) che voglia donare eccedenze alimentari deve fare una dichiarazione preventiva cinque giorni prima della donazione. Con la nuova legge basterà invece una dichiarazione consuntiva a fine mese. Come a dire: tu dona. Poi riepiloghi, garantendo la tracciabilità di ciò che hai dato. E allora il supermercato presenterà il documento di trasporto e il panettiere gli scontrini, dai quali potrà scaricarsi l’Iva. Punire chi spreca serve a poco, va capito che gli alimenti recuperati non sono rifiuti, ma il prolungamento del cibo buono. E questa legge lo dice chiaramente, perché si fonda sul concetto di dono”.
Il tema della pdl è dunque semplice e immediato – lottare contro gli sprechi, recuperare il più possibile ai fini di solidarietà sociale – tuttavia il testo (composto da 17 articoli) è abbastanza complesso, perché implica normative sulla sicurezza alimentare e anche di tipo fiscale, per evitare evasione o forme di mercato nero.