La conferma della social card per gli stranieri continua a far discutere molto. Il Nuovo centrodestra è andato su tutte le furie, anche dopo aver appreso che il bonus bebè è stato ridimensionato in maniera forte.
Esso sarà connesso all’Isee, l’indice della situazione economica delle famiglie, e vincolato strettamente ai redditi sotto i venticinquemila euro. Era in origine una misura a favore anche delle classi medie, al punto che la soglia precedente era di 90mila euro. Di contro l’assegno di 80 euro al mese per i nati nel 2015 per tre anni raddoppia per i redditi sotto i 7.000 euro all’anno. Si tratta di redditi familiari, dunque il bonus sarà negato alla classe media in difficoltà. Una coppia di precari a mille euro al mese rischi di essere esclusa.
Il welfare resta comunque un problema ancora in corso per il governo. Nella giornata di ieri Padoan ha spiegato che l’emendamento sulla social card è funzionale a evitare che tutti i beneficiari debbano la restituzione dei soldi di gennaio-marzo 2014. Una sorta di sanatoria in formato ridotto, per un vuoto di legge causato dalla mancata conversione di un decreto. Ma il tema è anche politico.
Intanto, l’Ncd chiede di ritirare l’emendamento in seno alla Legge di Stabilità:
Non è chiaro se il governo vuole estendere la social card o destinare apposite risorse per ottemperare a precedenti obblighi e sanare il contenzioso con le Poste. C’è ancora tempo per discuterne. Le cifre che riguardano gli extracomunitari non sono enormi. I 250 milioni stanziati nel 2014 non sono stati tutti spesi e gli stranieri rappresentano una frazione dei beneficiari. Ma il tema delle prestazioni sociali a favore degli stranieri è caldo non solo in Italia, visto che recentemente la corte europea di giustizia ha condannato il «turismo del welfare». Si è aperto anche il fronte del canone Rai. La riforma, che consisterà nella riduzione dell’importo ma anche il pagamento automatico in bolletta, ancora non c’è ma è da considerare una stortura.