L’elusione fiscale non premia le aziende quotate in borsa. Gli investitori, nell’ultimo periodo, tendono a fidarsi molto poco delle aziende che delocalizzano la produzione all’estero per avere benefit dal punto di vista fiscale. Un caso di questo tipo è rappresentato dalla Apple.
L’azienda di Cupertino è finita di nuovo nel mirino dell’Ente che in America si occupa delle riscossione delle tasse. Il problema sembra legato ad una sorta di elusione fiscale che non è illegale, fa bene ai conti delle aziende che la usano, ma non convince gli investitori.
In pratica la Apple avrebbe dovuto pagare un’imposta del 35 per cento sui profitti ottenuti negli Stati Uniti e così ha pensato di delocalizzare la produzione dell’azienda all’estero e in questo modo ha avuto la possibilità di pagare soltanto le imposte estere che sono ferme al 2 per cento circa.
E’ chiaro che in questo modo gli introiti della Apple sono cresciuti e si può spiegare facilmente l’impennata del titolo negli anni passati. La strategia della Mela Morsicata è stata adottata in passato anche da Microsoft e da Hewlett-Packard.
Per quanto riguarda la Apple, dalla morte di Jobs in poi, l’elusione fiscale è stata accentuata passando da 74 a 82,6 miliardi di contanti. L’America adesso studia un modo per riportare a casa quel denaro e per ridimensionare la portata del titolo Apple.