Si appesantisce la situazione sull’economia tedesca, i cui sviluppi rimangono incerti considerando le tensioni globali, come la crisi in Ucraina e il conflitto in Medioriente. Lo sottolinea la Bundesbank, nel bollettino mensile, ponendo la tesi che la forza della crescita del Paese sia a rischio.
La banca centrale tedesca mette in risalto come le sanzioni emanate dai paesi occidentali contro la Russia, con le contromisure prese dalla Russia, abbiano colpito le imprese subordinate dalle esportazioni, e alcuni settori dell’economia nazionale come l’edilizia.
Le spiegazioni della Bundesbank arrivano pochi giorni dopo che l’ufficio di statistica ha diffuso una stima preliminare del pil contratto dello 0,2% nel secondo trimestre riguardo al primo. “Una raffica di notizie sfavorevoli sul fronte internazionale ha affievolito le prospettive economiche della Germania nella seconda meta’ dell’anno” dice la Bundesbank nel suo bollettino mensile e “gli indicatori attuali mettono in dubbio le ipotesi su cui si erano basate le previsioni di primavera secondo cui l’andamento ciclico di fondo si sarebbe rafforzato ulteriormente nella seconda meta’ del 2014”.
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Niente di positivo viene messo in conto anche per tutta l’economia della zona euro che, sempre stando a quanto sostiene la banca centrale tedesca, registrerà nella parte rimanente dell’anno una crescita più lenta di quanto dapprima previsto. “Dopo la stagnazione del secondo trimestre, l’area euro guarda al ritorno di una crescita economica positiva, sebbene non al tasso previsto da molti analisti in primavera”, è scritto nel bollettino.
In merito alla politica monetaria la Bundesbank definisce “giustificate nel complesso” le nuove misure espansive usate dalla Bce in giugno, ma evidenzia i rischi di un surriscaldamento dei mercati finanziari e immobiliari, e un probabile peggioramento dell’incentivo alle riforme per i governi.