Non abbiamo il prelievo forzoso sui conti correnti che sembra essere la soluzione all’orizzonte per i paesi che desiderano o sono costretti ad uscire in poco tempo dall’alveo dell’euro, però abbiamo l’imposta patrimoniale sulle attività finanziarie.
Nel nostro paese, chi ha acquistato dei beni finanziari e li detiene nel nostro paese o all’estero, deve pagare la nuova tassa IVAFE. Si tratta di un’imposta di bollo per i prodotti finanziari che non sono soggetti ad obbligo di deposito, quindi l’IVAFE si paga anche per depositi postali e bancari.
Questa nuova tassa non è uguale all’imposta di bollo per diversi motvi. in primo luogo l’IVAFE colpisce tutte le attività finanziarie, anche quelle detenute all’estero e poi l’IVAFE riguarda i soggetti passivi, cioè chi detiene le attività finanziarie.
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In questa attività di tassazione, quindi, sono coinvolti i clienti e gli enti gestori, cioè coloro che su un territorio esercitano un’attività bancaria, finanziaria o assicurativa. E’ l’ente gestore che deve occuparsi dell’applicazione dell’imposta di bollo il 31 dicembre oppure al termine del periodo rendicontato, oppure alla data di fine rapporto se si tratta di periodo infrannuale. L’ente gestore deve occuparsi anche dell’applicazione dell’imposta di bollo, tranne che per le polizze assicurative di cui si occupa l’impresa di assicurazione e tranne i buoni fruttiferi postali, la cui imposta di bollo è applicata da Poste Italiane Spa.