Secondo le prime indiscrezioni circolate in merito al DEF, il Documento di Economia e Finanza, qualche tempo fa, si era diffusa la notizia di una volontà del governo di aumentare la tassazione dei rendimenti finanziari, portando l’aliquota attualmente in vigore dal 20 per cento al 26 per cento.
Questa misura sarebbe stata richiesta dalla necessità di trovare le necessarie coperture per il finanziamento di un altro provvedimento presente nei disegni del governo, il taglio dell’IRAP, la tassa che dovrebbe subire una riduzione a partire dai prossimi mesi. Nella prima versione del provvedimento si era dunque diffusa la notizia che tutti gli strumenti finanziari e bancari di investimento, sarebbero stati soggetti all’aumento dell’imposta.
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Nel gruppo erano quindi compresi conti correnti, conti deposito, azioni, fondi e altri prodotti finanziari più complessi. L’unica eccezione era costituita dai titoli di stato, prodotti come i Bot e i Btp, la cui tassazione sarebbe invece rimasta fissa alla vecchia aliquota del 12,5 per cento.
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Ma proprio in queste ultime ore arrivano delle precisazioni in merito alla misura che verrà inserita nel DEF e applicata. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha infatti puntualizzato che l’aliquota dell’imposta sui rendimenti finanziari verrà sì aumentata al 26 per cento, ma prodotti come i conti correnti e i conti deposito non saranno soggetti agli aumenti.
Questo fa si che la situazione che gli investitori e i risparmiatori italiani si troveranno davanti a partire dal mese di maggio sarà la seguente:
- titoli di stato soggetti ad una imposta del 12,5 per cento
- conti correnti e conti deposito al 20 per cento
- altri investimenti e prodotti al 26 per cento.