Per il mese di ottobre 2013 l’Istat, l’Istituto di Statistica, ha rilevato un ulteriore calo dei prezzi rispetto al mese di settembre 2013. I beni di maggior consumo, infatti, sono diventati nel giro di un mese meno cari, perdendo uno 0,2 per cento su base congiunturale, anche se, dal punto di vista tendenziale si verifica un aumento dell’inflazione.
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Secondo l’Istat, infatti, nel mese di ottobre 2013, l’inflazione, pur diminuendo su base mensile, è tornata a salire su base annua. La stessa dinamica è da rintracciarsi sia in relazione ai prezzi generici, sia al cosiddetto carrello della spesa, all’interno del quale sono per tradizione inseriti i beni di maggior consumo.
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In questo modo l’Istat ha quindi corretto la stima provvisoria che portava l’inflazione italiana allo 0,7 per cento, anche se ancora non si è toccato lo 0,9 per cento del mese di settembre 2013 rilevato per il Nic – l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività – né tantomeno quell’1 per cento rilevato per il carrello della spesa.
Secondo l’Istat l’attuale rallentamento dell’inflazione deve essere imputato al calo che dei prezzi subito dai prodotti più soggetti alle variazioni, come i beni energetici e gli alimentari freschi. Proprio queste categorie di prodotti, insieme ai servizi per le comunicazioni, hanno subito nel mese di ottobre 2013 i rallentamenti più evidenti.
Di conseguenza, l’inflazione per il 2013 scende all’1,2% dall’1,3% di settembre. Ma senza i beni energetici il tasso di crescita dei beni al consumo scende invece all’1,1 per cento.
L’Italia, per il momento, in quanto ad inflazione, è ancora lontana dal target BCE fissato al 2 per cento.