Come anticipato già nella giornata di ieri, in occasione del Consiglio dei Ministri, in cui il governo ha presentato l’atteso piano di privatizzazioni delle società italiane, l’Unione Europea e l’Eurogruppo hanno oggi preso visione del più cospicuo intervento italiano per la riduzione del debito publico.
> Arriva il piano di privatizzazioni del Governo
L’Europa ha dunque apprezzato il piano di privatizzazioni messo in campo dall’Italia, che servirà ad abbattere il debito pubblico per un totale di 10 o 12 miliardi di euro. Ma, accanto all’apprezzamento di qualsiasi misura che possa servire a contenere il bilancio, ha anche indicato la strada delle riforme strutturali.
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L’Italia ha infatti una spesa pubblica pari a 800 miliardi di euro l’anno e un debito che ha superato ormai i 2 mila miliardi. Per la riduzione di quest’ultimo, dunque, oltre ai provvedimenti una tantum serve mettere in atto delle politiche di sistema che in maniera progressiva portino alla riduzione del debito.
L’Unione Europea ha dunque bisogno di vedere in atto riforme strutturali per concedere all’Italia di sfruttare la clausola per gli investimenti del 2014, così come ha confermato il portavoce di Olli Rehn, il commissario europeo per gli affari economici.
In merito a questa seconda possibilità, dunque, l’Unione Europea si riserva di attendere gli effetti della spending review, nel mese di febbraio 2014. In quella stessa occasione l’UE emetterà anche le sue previsioni economiche invernali.
La dismissione di quote delle otto grandi controllate italiane è stata dunque accolta come un primo importante passo per la riduzione del del debito a cui dovranno seguire altri interventi più sistematici.