La stretta cinese sul gioco d’azzardo ha fatto crollare il business dei Casinò di Macau e di lì l’intera economia della città, che punta per quattro quinti del proprio Pil proprio sui tavoli verdi e affini.
Come affermano le agenzie di stampa, infatti, l’economia di Macau è caduta al livello più basso dal 2011, dopo aver visto crollare del 26,4% il Pil nell’ultimo trimestre censito. Si parla di una ulteriore mazzata sul Prodotto interno lordo, che durante il primo periodo dell’anno aveva già fatto registrare un calo pari al 24,5%.
Il declino registrato ha portato il Pil di Macau a quasi 9,7 miliardi di dollari, facendone appunto il livello più basso dall’inizio del 2011. L’unica municipalità cinese nella quale sono legalizzati i Casinò ha visto crollare i ricavi dal gioco per quattordici mesi consecutivi, successivamente alle iniziative del governo centrale contro la corruzione, che hanno tenuto calma una buona fetta dei più accaniti scommettitori.
Anche il declino finanziario della Cina ha contribuito a indebolire i flussi di turisti dell’azzardo e ad assottigliare il mercato del gioco.
Secondo le previsioni di sette analisti contattati dall’agenzia finanziaria Usa, anche ad agosto il fatturato del gioco dovrebbe esser sceso di oltre 37 punti percentuali. Si dovrebbe così confermare il peggioramento della situazione, dopo qualche schiarita di inizio anno che lasciava presagire un rimbalzo dell’attività. Nonostante le difficoltà, a Macau continua ad esserci un tasso di disoccupazione inferiore al 2% e il governo è riuscito a difendere un surplus di bilancio: con 1,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre ha però quasi dimezzato il risultato del periodo precedente, proprio per le minori entrate legate al gioco.