Il boom dell’export Made in Italy durante lo scorso anno è degno di nota. Merito di un saldo commerciale che lascia ben sperare per il futuro dei prodotti italiani oltre confine. Il risultato, 122 miliardi di euro di differenza tra quanto venduto e quanto acquistato, è in linea con le tendenze degli ultimi anni. Almeno, numeri alla mano, degli ultimi sette.
Dal 2009 ad oggi, infatti, il trend positivo dell’export tricolore è inarrestabile. La Cgia di Mestre evidenzia il successo. Lo attribuisce al gran lavoro svolto dai brand specializzati in mansioni di rilievo. I prodotti italiani del mondo più venduti? Vestiti, arredamento per la casa, cibo e vino. Ottima, anche, la finestra creata dall’industria meccanica.
Ci sono, senza dubbio, dei segmenti in cui si puo’ ancora lavorare per migliorare le cifre. Parliamo delle aziende facenti parte del comparto tecnologico, farmaceutico, metallurgico. Per queste tipologie di prodotti, ai quali vanno aggiunti quelli provenienti dalle aziende di tabacco e legno, il saldo è ancora negativo. Meglio, rispetto agli anni scorsi, il settore automobilistico.
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, elogia la flessibilità delle Piccole e medie imprese che con le loro doti proprie di chi sa rendere la specializzazione un’arte hanno saputo conquistare diverse regioni del globo. Cultura e buon gusto, veri e propri marchi di fabbrica della Penisola, fanno il ‘resto’.
Per il futuro? Si punterà su ricerca, innovazione, qualità del ciclo di produzione. Per Zabeo sono questi i requisiti fondamentali se si desidera competere sul mercato.
I macchinari che arrivano dall’Italia, altra buona notizia, funzionano. Nel 2015 hanno garantito un saldo positivo pari a 49,8 miliardi di euro. Questo favorisce il settore tessile, il settore manufatturiero, i prodotti in metallo, la produzione di mobili e apparecchiature elettriche.