Gli investitori hanno ormai smesso di credere nella redenzione dei mercati emergenti, quelli su cui avevano puntato per lungo tempo. Ma è davvero finito l’effluvio di denaro verso le economie ancora in fase di sviluppo? La domanda sorge spontanea dopo aver considerato quello che è successo all’India dove la rupia è calata in modo vertiginoso ed ha eroso il business dei magnati del paese.
►La rupia torna ai minimi storici
In questo momento, comunque, gli investitori sono attratti dall’America. Negli Stati Uniti è iniziata infatti la ripresa e questo dà fiducia a chi deve far fruttare il proprio capitale. In sostanza si preferisce investire in azioni americane, piuttosto che puntare ai mercati emergenti. A dirlo è una ricerca di Bloomberg.
►Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa
Il riferimento cronologico è al 2013, anno in ci i fondi d’investimento USA sono stati in grado di capitalizzare circa 95 miliardi di dollari a fronte di una vendita pari a 8,4 miliardi di dollari. Lo stesso indice S&P ha dimostrato di saper accelerare la corsa sui mercati guadagnando il 70% in più di quello che sono in grado di guadagnare gli indici dei mercati emergenti Msci.
Quello che però colpisce dell’America di Barack Obama è la stabilità. Il mercato americano, adesso, è più calmo di quello cinese, di quello brasiliano, di quello indiano e di quello russo.