L’economia finanziaria, si svolge per per cicli, e d è importante capire in che parte del andamento ci troviamo. In base a queste considerazioni ci si appresta ad assumere o meno un determinato rischio.> I mercati asiatici sono ancora al ribasso
Secondo l’analisi di Andreas Utermann, Global Chief Investment Officer di AllianzGI, il Forum del 2012, conclusosi con la previsione di un consolidamento dell’Eurozona grazie all’adozione di misure finalizzate ad evitare una rottura, aveva individuato tre condizioni per la stabilizzazione dell’Unione Monetaria Europea1. Sebbene l’Europa non possa ancora ritenersi fuori pericolo, i responsabili politici hanno compiuto sufficienti progressi in ciascuna di tali aree – in particolare si ricorda la dichiarazione di Mario Draghi, nell’estate del 2012, sullo status della BCE di “prestatore di ultima istanza” de facto – per assicurare una sensibile riduzione degli spread sui mercati obbligazionari dell’Eurozona. I rischi politici rimangono tuttavia significativi, e non devono essere sottovalutati.
> Le turbolenze nei mercati emergenti influenzano il petrolio
A gennaio, la relativa stabilità del nostro scenario macro – un contesto di crescita bassa e inflazione ancora contenuta – ci ha offerto l’opportunità di esplorare i trend più specifici che influenzano i mercati dei capitali, al fine valutare come si dovrà investire in futuro.
Per AllianzGI, in quanto gestore attivo, uno dei trend più importanti dell’industria – seppure alquanto insidioso – è la crescente difficoltà nel generare un rendimento attivo per la clientela, in particolare nell’ambito degli investimenti azionari. L’andamento di questa sfida nel corso degli ultimi due decenni può essere raffigurato utilizzando il database Mercer2. In effetti, la minore volatilità ha determinato la riduzione dei valori di tracking error e dei rendimenti attivi, al pari dell’aumento delle correlazioni azionarie coinciso con la crescita dell’azionariato istituzionale e dell’aumento secolare dell’indicizzazione.