I mercati asiatici cercano di sfruttare il recupero del prezzo del petrolio, il quale sembra aver abbandonato ormai con un certo distacco i minimi da oltre un decennio aggiornati poche settimane fa, mentre i mercati europei si muovono in territorio negativo.
Milano lascia sul terreno lo 0,8% come Francoforte, mentre Londra lima lo 0,5% al pari di Parigi. A Piazza Affari soffre il comparto bancario.
La settimana parte già con l’attenzione indirizzata verso Francoforte, dove la Bce di Mario Draghi sarà chiamata a fornire una risposta alle alte aspettative dei mercati per un coraggioso intervento a supporto della ripresa dell’inflazione nell’Eurozona. Gli analisti di Nordea, ad esempio, sottolineano in un recente report come per il governatore italiano sia giunto il momento per “essere di nuovo creativo”.
L’aspettativa è di un taglio dei tassi sui depositi allo 0,4% (-0,1 punti percentuali dal livello attuale); l’introduzione di un meccanismo che differenzia i tassi applicati alle riserve di liquidità delle banche penalizzando quella lasciata parcheggiata presso la Bce in eccesso; l’aumento di 10 miliardi (a 70 miliardi al mese) degli acquisti di titoli da parte della Banca centrale; l’ampliamento dello spettro di bond che la Bce può mettere in portafoglio e magari anche nuove operazioni di assegnazione di liquidità alle banche della zona euro a condizioni favorevoli. Insomma, un intervento a tappeto che gli esperti prevedono sia sottolineato anche da parole estremamente accomodanti durante la conferenza stampa.
In attesa di conoscere questi dettagli, gli analisti incassano il calo degli ordini all’industria tedesca: sono scesi dello 0,1% a gennaio, secondo le stime provvisorie di Destatis, ma hanno fatto meglio del -0,3% atteso. E’ stato rivisto anche il dato di dicembre da -0,7% a -0,2%. In agenda oggi c’è anche la riunione dell’Eurogruppo, alla quale partecipa Pier Carlo Padoan.