«Nel momento storico che l’Italia sta vivendo le imprese che se lo possono permettere hanno il dovere morale di cercare di tenere botta e di preservare i livelli occupazionali»: lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.
Sulle questioni Alcoa e Micron: «Stiamo facendo il massimo – ha detto – anzi più del massimo, ma si tratta di vicende complesse». Il ministro ha risposto a quanti la accusano di incoerenza per i rischi della delocalizzazione delle imprese italiane, dal momento che la sua azienda ha più dipendenti all’estero che in Italia: «Non faccio più quel mestiere – ha rimarcato – e comunque odio il termine delocalizzazione. Internazionalizzare e multilocalizzare significa vendere sui mercati esteri. Per molte ragioni se uno non ha aziende collocate in molti Paesi del mondo non riesce a vendere. L’importante è non licenziare nessuno, investendo in Italia semmai più in cervelli e meno in braccia».
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«Fiat è privata, può fare quello che vuole». «Un’azienda privata può fare quello che vuole» ha risposto Guidi a una domanda sul cammino che porta l’azienda automobilistica sempre più fuori dall’Italia. «La Fiat – ha aggiunto – è un’altra azienda rispetto a quella che era negli anni ’80».
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«Nella vicenda Electrolux ho visto un miglioramento che credo sia stato apprezzato anche dai sindacati: aspettiamo di vedere come va la trattativa sindacale – ha detto il ministro – Il prerequisito che il governo aveva posto era l’esistenza di un piano industriale serio e credibile, che riguardasse tutti gli stabilimenti e non prevedesse licenziamenti o esuberi nel corso del piano».