Arriva la conferma sul rating a Baa2 per’Italia da parte di Moody’s. Tale giudizio è dovuto alla velocizzazione degli sforzi inerenti alle riforme e inerenti alla tenuta dei conti pubblici che colmano il gap provocato dall’impatto della nuova discesa verso la recessione.
Il giudizio dell’agenzia di rating americana è giunto questa sera poco dopo le ore 20. L’Italia, per Moody’s, trae anche vantaggio dal costo basso del debito e del surplus primario di bilancio. Il quadro stilato da Moody’s ha due facce: da un lato c’è l’aspetto negativo del ritorno dell’economia in recessione nel secondo trimestre.
Questo panorama ha dati economici che sono apparsi deludenti e che sono sia lo specchio della debolezza dell’Italia sul lato della domanda, sia da considerare come perduranti impedimenti strutturali alla crescita. Dall’altro lato, tuttavia, i tanti anni di consolidamento hanno condotto ad un significativo surplus primario. Questa solida posizione di bilancio è un ausilio per l’Italia che cerca favorevoli costi di finanziamento, e fa guadagnare tempo al governo per attuare riforme a vantaggio della crescita.
Tuttavia, non sono spariti i segni di debolezza che le finanze italiane stanno mostrando all’esterno. Prova ne è il calo della fiducia dal mese di maggio, o ancora il crollo dell’indice composito dell’attività manifatturiera che sono inferiori alla soglia di 50 punti. Questa somma significa, in una parola sola, recessione. Sulla scia de dati del secondo trimestre, Moody’s attualmente ritiene che l’economia italiana si contrarrà dello 0,3% nel 2004 prima di crescere marginalmente dello 0,5% nel 2015.
Infine, dall’agenzia, arriva un piccolo elogio a Matteo Renzi che ha annunciato pochi giorni fa mediante il Jobs Act, un’iniziativa significativa per introdurre più flessibilità nel mercato del lavoro