Durante la giornata di ieri, Mps ha dichiarato di essere in fase di studio per quanto concerne il progetto di ricapitalizzazione da 2,1 miliardi, al fine di colmare l’ammanco emerso dagli ‘stress test’ promossi dalla Banca centrale europea.
Axa, socio di Monte dei Paschi con una quota pari al 3,7%, ha già detto di voler aderire all’operazione.
Ma le brutte notizie non finiscono. Da quando l’istituto di Francoforte ha pubblicato le sue tabelle, bocciando Carige insieme alla banca di Rocca Salimbeni nel nostro Paese, il titolo della banca toscana ha lasciato sul terreno circa il 40% del suo valore, perdendo per intero l’aumento di capitale da 5 miliardi concretizzatosi durante la scorsa estate. Come se non fosse sufficiente, implacabile arriva ancora la ‘bocciatura’ degli analisti: questa mattina è stata SocGen a tagliare il prezzo obiettivo a 0,50 euro su Mps, con rating “sell” confermato. Il consiglio della banca francese è quindi di disfarsi del titolo sul listino milanese.
Nella serata di ieri, il management guidato da Fabrizio Viola e Alessandro Profumo è finalmente uscito allo scoperto cercando di arginare le vendite e offrendo indicazioni sul futuro del Monte, da una settimana in preda agli eventi di mercato. In una nota, sono stati esclusi “nuovi aiuti di Stato” (dopo i Monti bond), e si è detto che il capital plan allo studio di Mps per coprire il fabbisogno patrimoniale di 2,1 miliardi emerso dagli esami della Bce contempla la copertura integrale del deficit attraverso un capital increase:
Attualmente le misure ipotizzate prevedono la copertura integrale del deficit attraverso un aumento di capitale, mentre non è allo studio l’esercizio da parte di BPMS della facoltà di conversione anticipata” dei Monti bond né qualsiasi altra ipotesi che veda il Ministero dell’Economia e delle Finanze intervenire nella forma di nuovi aiuti di Stato, come dichiarato più volte dallo stesso Ministero.