Come previsto e annunciato, negli Stati Uniti, a partire dalla mezzanotte di ieri è scattato il cosiddetto shutdown, che ha imposto un regime ridotto al funzionamento della imponente macchina statale americana. A partire da oggi, quindi, tutti i servizi americani qualificati come non essenziali, che venivano alimentati dalle spese federali, saranno cancellati o ridotti ai minimi termini.
Gli Stati Uniti finiscono i fondi per le spese federali – Paralisi a Washington
Non è stato infatti raggiunto l’accordo sperato tra Repubblicani e Democratici, né per quanto riguarda il budget da destinare alle spese, né in fatto di sanità, il vero nocciolo del problema, ovvero sulla riforma santaria promossa da Obama.
Per questo motivo, a partire dalla giornata di oggi, molti servizi considerati non di prima necessità saranno tagliati o ridotti. La conseguenza più importante di questa misura è costituita dal fatto che 800 mila lavoratori, che rappresentavano parte delle risorse umane di Washington, rimarranno a casa.
Gli Stati Uniti sono vicini al default
Le attività del Governo sono state così congelate. A pagarne le spese, saranno non solo i cittadini, che vedranno i loro servizi ridotti, ma anche, più in generale l’economia americana. Lo shutdown, infatti, è un provvedimento del tutto eccezionale per gli Stati Uniti, dato che si è verificato l’ultima volta solo 17 anni fa. Già in quell’occasione, tuttavia, la paralisi dei servizi è costata all’America circa 2 miliardi di dollari. E il suo costo tende ad aumentare in proporzione ai giorni di applicazione.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è personalmente scusato con i dipendenti statali e ha usato toni duri nei confronti dei senatori che non hanno permesso il raggiungimento di un accordo.