La nomina da parte del governo di Claudio Descalzi a capo di Eni significa mettere un uomo competente nel settore petrolio alla guida della più grande azienda di produzione di greggio in Italia e dimostra probabilmente la preferenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi per i tecnocrati.
A livello internazionale, le reazioni mettono in evidenza che la nomina ha più un senso di business piuttosto che di politica, come ha affermato un economista di Deutsche Bank. Questi ha continuato dicendo che Descalzi è ben conosciuto dalla comunità degli investitori e che evita le incertezze che avrebbero potuto essere create da un candidato esterno.
► Governo, nominati nuovi candidati a Eni, Enel e Finmeccanica
Descalzi è un ingegnere di 59 anni che ha guidato l’esplorazione e la produzione dal 2008 e ha supervisionato la più grande scoperta di gas naturale di Eni al largo del Mozambico. Ha cercato di migliorare la gestione dei progetti , dopo ritardi e sovraccosti che hanno rovinato la leadership di Eni nel progetto Kashagan da 48 miliardi dollari in Kazakhstan.
La sua nomina dovrà essere confermata alla riunione annuale degli azionisti di Eni che è prevista in data 8 maggio. Il governo può nominare l’amministratore delegato perché lo Stato detiene il 30 per cento della società attraverso una partecipazione diretta e un investimento da parte di una banca del governo. Descalzi sostituirà Paolo Scaroni che era stato nominato quasi nove anni fa da Silvio Berlusconi.
Descalzi ha iniziato la sua carriera in Eni nel 1981 e ha lavorato su progetti nel Mare del Nord, in Libia, in Nigeria e in Congo. Egli è il primo candidato Ceo che emerge dal nucleo di esplorazione e produzione e che dovrebbe continuare la strategia di controllo della spesa in conto capitale, guidando il flusso di cassa e mantenendo una forte attenzione alla esplorazione.